Elenco Documenti
MUSEO CIVICO DI TAVERNA
Cultura - Catanzaro, 20/11/2023
PAGINA IN COSTRUZIONE
MUBI MUSEO BIBLIOTECA STILLO FERRARA
Affari Istituzionali - Catanzaro, 16/11/2023
Il MUBI Museo Biblioteca Stillo Ferrara è un museo storico-documentale e di arte sacra nato nel 2019 nella città di Paola. Si colloca all’interno di Palazzo Stillo Ferrara, dimora storica aderente all’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane), ubicata nel cuore del centro storico di Paola.
Grazie al riconoscimento regionale con D. Dirig. n.4648 del 31/03/2021 il Museo è entrato nel sistema museale nazionale.
Gli obiettivi che il Museo si è posto, sin dalla sua costituzione, sono dunque:· la ricostruzione storica, sociale e culturale della città e del territorio attraverso un attento e laborioso lavoro di ricerca e studio.
· collaborazioni con gli enti pubblici e privati (in particolare con le scuole, le università, le accademie e i conservatori, le amministrazioni comunali, musei e biblioteche, Chiese e diocesi ecc.) al fine di creare una fitta rete di collaborazioni con lo scopo di valorizzare, riscoprire e promuovere la cultura sul e del territorio.
· organizzazione di eventi educativi e artistici
Lo sviluppo di tali iniziative è interamente finalizzato a stimolare l’interesse ed educare alla cultura secondo l’esigenza di un luogo che non ha coscienza delle proprie possibilità e della propria condizione.
Prima tra tutti viene proposta costantemente l’attività didattica con le scuole e l’avvicinamento dei più giovani ad un percorso formativo nell’ambito museologico e culturale.
Il Museo organizza eventi all’interno dei suoi spazi idonei ad ospitare estemporanee, concerti, convegni, piece teatrali, workshop, etc. nella sala concerti-convegni, nelle sale letture, nella biblioteca; tali attività sono realizzate sia in autonomia che in collaborazione con altre associazioni attive sul territorio, altri musei, artisti e privati che condividono la passione per la cultura, al fine di offrire alla città e al territorio un punto di riferimento per la crescita e lo sviluppo dell’arte tutta.
MUSEO AM INTERNATIONAL ARTE CONTEMPORANEA
Cultura - Catanzaro, 16/11/2023
AM international, costituita formalmente nel 1987 come associazione culturale, apre la "Pinacoteca" nel 1988 con l'avvio di "Utopie-Mostra in progress" e ben presto si caratterizza come punto di incontro e confronto tra autori di diversa formazione culturale e provenienza.
Grazie alla lungimiranza della "fondatrice" Angelina Melia, ma anche alla generosità di numerosi artisti che hanno contribuito attivamente alla crescita del patrimonio della collezione di opere d'arte, si costituisce il Museo d'Arte Contemporanea AM (acronimo Macam ).
Oggi Apprezzato come museo-laboratorio, luogo di conservazione e fruizione di opere d'arte ispirato alle indicazioni del Codice Etico ICOM. Un unicum che offre l'opportunità di poter unire l'attività espositiva all'attività di studio e ricerca; dialogare con l'opera d'arte e affrontare, direttamente con gli autori, i temi del dibattito socio-culturale contemporaneo.
Dal 1994 AM International pubblica e distribuisce il periodico trimestrale artfolio e, grazie alla collaborazione di eminenti ricercatori, sviluppa anche una linea editoriale (International AM Edizioni) per la pubblicazione di saggi anche nel settore scientifico e filosofico.Chi siamo - Struttura organizzativa L'articolato sistema museale fa capo al consiglio di amministrazione e, oltre alla conservazione, allo studio e alla valorizzazione dei beni, offre una straordinaria raccolta di servizi culturali declinati in diversi aspetti e tematiche: ricerca, formazione, creatività, tutela, divulgazione, didattica , comunicazione. ...Dal punto di vista organizzativo, l'associazione ha un modello tipicamente aziendale con un'area di servizio centrale e un'area di attività museale. La programmazione e il funzionamento delle strutture dipendono dalle indicazioni degli Organi di Governo ed in particolare del Consiglio di Amministrazione e del Presidente. Tale organizzazione garantisce un efficiente coordinamento delle attività, semplifica il flusso delle informazioni e consente di presidiare al meglio le aree di conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico.
MUSEO DEI BRETTI E DEL MARE
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Istituito nel dicembre 2011 come esposizione museale di proprietà comunale, il “Museo dei Brettii e del Mare” è stato allestito ed impostato secondo un criterio didattico, con una disposizione dei materiali che segue un percorso topografico e cronologico insieme, dai siti con i reperti più antichi a quelli con i più recenti.
Tutti comunque riguardano in prevalenza la facies più significativa del comprensorio cetrarese, ovvero quella che illustra il momento più significativo della presenza umana nell’antichità, vale a dire tra IV e III secolo a.C. Interessanti sono pure le sezioni dedicate al mare con alcune anfore ritrovate lungo la costa antistante Cetraro e la sezione dedicata al fondo cartografico donato alla città dal prof. Raffaello Losardo.
I reperti provengono da siti archeologici presenti nel territorio e costituiscono alcuni tra i più peculiari e diffusi oggetti della cultura materiale del popolo brettio. A completamento dell’offerta culturale, il museo è anche in grado di organizzare mostre temporanee e conferenze, e fornisce i consueti servizi didattici.
Il museo, inoltre, si pone al centro di un itinerario di visita articolato in vari siti di interesse storico-archeologico lungo il tracciato montano che costeggia i fianchi del monte La Serra e comprende una serie di località che, grazie alla stretta collaborazione tra Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria ed Amministrazione Comunale di Cetraro, si ha intenzione di valorizzare.
PICCOLO MUSEO CIVILTÀ CONTADINA
Tenuta Bocchineri
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Il piccolo Museo della civiltà contadina "Bocchinieri" è parte integrante della omonima Tenuta estesa circa 3 ettari, ubicata a Rogliano (CS) in Via E. Altomare 103 (a fianco del palazzetto dello sport). Trovasi a 3 km dallo svincolo autostradale (A2) di Rogliano, a circa mezz’ora di auto sono raggiungibili i parchi nazionali della Sila ed il mar Tirreno.
Il Piccolo Museo della Civiltà Contadina mostra utensili degli antichi mestieri e arredi della civiltà rurale, si sviluppa in tre ambienti presenti in due casette.
In un locale degli anni ’50, costruito con mattoni di fornace di misura non comune, è presente un primo ambiente all’interno del quale sono presenti in particolare: una cristalliera in castagno degli anni ’50, pentolame in rame per i diversi usi in cucina, coltelli ed accette (utilizzate soprattutto per sezionare i maiali), antichi ferri da stiro, una gabbia per uccelli fatta a mano, una vecchia rotella metrica, una sella d’asino ed altri arnesi ed utensili rurali.
Tipica è la porta in castagno massello (utilizzata a suo tempo da porta pollaio) ed ora trasformata in una piccola esposizione di vini DOC prodotti nel Savuto (celebrati da Mario Soldati, in uno dei suoi scritti “Vino al vino”). Ogni viticoltore del Savuto è presente con una o più bottiglie, di cui molte datate nel tempo.
Gli altri due ambienti sono costituiti da una piccola cantina e da una esposizione di arnesi rurali posti in una stanza caratterizzata dalla presenza di un muro originario costruito in pietra locale tipica è la “finestrella” che orna il muro. Nella cantina è di particolare interesse la “riempitrice”, vasca in ferro smaltato che presenta quattro canne per riempire contemporaneamente altrettante bottiglie. Sia la finestrella che la riempitrice sono state oggetto di interesse della redazione della rivista “Vita in campagna” (mensile di settore n. 1 in Italia) che ha fornito –tramite i loro esperti- notizie particolareggiate . In particolare (ed in sintesi) la “finestrella” rappresentava in origine un foro di aerazione mentre la “riempitrice”, arnese utilizzato in passato per riempire le bottiglie di vino tramite una particolare tecnica, pare sia stata prodotta tra gli anni 1930 e 1960.
MUSEO DEI BRETTII E DEGLI ENOTRI DI COSENZA
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Il Museo dei Brettii e degli Enotri è soprattutto un’esposizione archeologica permanente, ma anche un polo culturale che ospita mostre temporanee, concerti e incontri istituzionali. Qui, in un connubio fra archeologia, arte e strumenti didattici anche digitali, il visitatore può vivere la cultura in maniera innovativa e piacevole. Tutto, dalla grafica dei pannelli didattici all’illuminazione degli ambienti, è curato in modo da creare un’atmosfera accattivante ma anche accogliente, in cui principalmente l’archeologia della Calabria, marcatamente quella del cosentino, è a disposizione di chi volesse scoprire le origini antiche della nostra terra.
La struttura ospita una vasta collezione archeologica, proveniente dagli scavi urbani e da località diverse della provincia, che abbraccia un ampio arco cronologico: dai resti ossei del Paleolitico superiore delle grotte di Cirella all’oinophoros di età romano-imperiale (III sec. d.C.) proveniente da Cosenza.
Il nucleo più rappresentativo è composto dai corredi di una vasta necropoli da Torre Mordillo (Spezzano Albanese), relativa ad un centro di età protostorica prospiciente la piana di Sibari, la cui attività venne interrotta dall’arrivo dei Sibariti (720 a.C.). I corredi sono costituiti da contenitori in ceramica di varie forme e grandezze (scodelle, tazze, olle, askoi, vasi) e da numerosi oggetti bronzei come fibule, rasoi, dischi, monili, asce, punte di lancia e coltelli. Fra i tanti oggetti bronzei inerenti il popolo enotrio meritano una menzione particolare, sia per la fattura che per il loro significato, una fibula ad arco di violino, una spada con fodero e un cinturone con decorazione a meandro rettangolare.
Al successivo periodo coloniale greco fanno riferimento altri importanti reperti rinvenuti nel comune di Corigliano Calabro, in località Cozzo Michelicchio, che testimoniano l’esistenza di un edificio con una specifica destinazione sacra, un luogo di culto extra-urbano forse dedicato ad una divinità femminile, che viene considerato tra i più antichi dell’area sibarita. Il santuario forse fu utilizzato in un certo periodo come luogo d’incontro fra Greci ed indigeni.
All’età ellenistica e romano-repubblicana risalgono molti altri reperti provenienti da diverse località della provincia di Cosenza (Corigliano Calabro, Montalto Uffugo, Luzzi, Carolei, Cerchiara di Calabria, ecc.), ma quelli particolarmente significativi sono gli oggetti rinvenuti nella città stessa, l’antica metropoli della Confederazione dei Brettii, fondata nel 356 a.C. con il consenso di tutti i confederati (da qui il nome poi latinizzato di Consentia).
Il bellicoso popolo brettio, scontratosi dapprima coi Greci stanziati sulle coste, su cui spesso riuscì a prevalere, finì in un secondo momento coinvolto nelle guerre fra Roma e gli invasori stranieri della penisola. In ultimo, i Romani prevalsero sui nemici estendendo il proprio dominio a tutto il Sud Italia. A questo punto, anche i Brettii, che diverse volte avevano appoggiato i rivali di Roma, persero la propria autonomia. Nel 202 a.C. Cosenza divenne a tutti gli effetti una città romana.
Proprio al periodo romano della città risale l’ultima acquisizione del Museo, un’elegante stele funeraria ritornata a Cosenza dopo oltre cento anni dal suo ritrovamento nei locali dell’ex Seminario Arcivescovile (attuale Biblioteca Nazionale) che rappresenta il documento epigrafico sicuramente più interessante fra quelli rinvenuti negli scavi urbani.
Menzione a parte merita il monetiere del Museo, che conserva numerosi esempi della migliore monetazione romana in ottimo stato di conservazione. Nell’esposizione trovano spazio anche alcune monete greche, brettie, tardo romane e medievali.
Il Museo dei Brettii e degli Enotri, oltre ai numerosi reperti archeologici, ospita anche, al secondo piano, una raccolta di documenti e cimeli relativa alla storia risorgimentale della città. La collezione si connette intimamente con lo stesso complesso di Sant’Agostino, all’epoca carcere borbonico, che fu probabilmente l’ultima prigione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, poi fucilati nel vicino Vallone di Rovito.
MUSEO DIOCESANO SANTA SEVERINA
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Il Museo Diocesano di Santa Severina, fondato per iniziativa di S. E. Mons. Giuseppe Agostino di V. M. e curato da Mons. Giuseppe Misiti, è stato inaugurato nel 1998. Allestito nel suggestivo palazzo arcivescovile che fiancheggia la Cattedrale, si affaccia su piazza Campo di fronte al castello. Nello storico edificio, oltre al museo, sono collocati la Biblioteca Storica Diocesana e l’Archivio Storico Diocesano formando così un singolare polo culturale che è un unicum sull’intero territorio calabrese e meridionale.
Il Museo Diocesano raccoglie essenzialmente le testimonianze storico-artistiche della Cattedrale e dell’Episcopio che cronologicamente si snodano dall’Alto Medioevo al Novecento e in modo davvero impareggiabile raccontano la storia della chiesa locale e della sua sede vescovile, la quale, in una regione come la Calabria, dove le istituzioni ecclesiastiche sono state certo le più radicate e le meno soggette a cambiamenti, si fonde con la storia stessa della città. Arredi, suppellettili, paramenti, dipinti e sculture, quindi, diventano essi stessi documento dello sviluppo della cultura cittadina nei secoli e, grazie al particolare riferimento alle forme artistiche che a loro è proprio, permettono anche di seguire le tracce della storia dell’arte regionale.
MUSEO DIOCESANO E DEL CODEX
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Il Museo Diocesano di Arte Sacra di Rossano fu istituto dall’Arcivescovo Mons. Giovanni Rizzo e inaugurato il 18 ottobre del 1952. Quello di Rossano è il primo Museo diocesano della Calabria e fra i primi d’Italia, istituiti prima del Concilio Vaticano II, che ne promosse, poi, l’istituzione in ogni diocesi.
Inizialmente il Museo era costituito da due sole sale, all’interno del Palazzo Arcivescovile, e custodiva testimonianze artistiche e suppellettile sacra appartenente, principalmente, al tesoro della Cattedrale, a cui si aggiunsero, nel tempo, opere di varie epoche provenienti da alcune chiese, dal Comune di Rossano e da privati cittadini che ne fecero donazione.
Nel 1977, per volere dall’Arcivescovo Mons. Antonio Cantisani, si effettuò un riordino delle due sale espositive.
Nel 1985, visto il crescente interesse da parte di studiosi e visitatori di tutto il mondo verso il Codex Purpureus Rossanensis, si rese necessario un adeguamento degli spazi espositivi. Perciò, nel 1988, iniziarono i lavori di ristrutturazione e di ampliamento del Museo, utilizzando due ali del Palazzo Arcivescovile retrostanti la Cattedrale e il 9 dicembre 2000 venne inaugurata, dall’Arcivescovo Mons. Andrea Cassone, l’attuale sede del Museo Diocesano di Arte Sacra.
Il 27 gennaio 2007 l’Arcivescovo Mons. Santo Marcianò promosse, presso la sede UNESCO di Roma, la candidatura del Codex Purpureus Rossanensis per essere inserito nel registro “Memory of the World”, mentre, nel 2010, sostenne il progetto di Valorizzazione e di Musealizzazione del Codex.
Nel 2012 ebbero inizio, presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (ICRCPAL) di Roma, i lavori di restauro dell’antico evangelario.
Nel 2015 l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Satriano ha avviato i lavori di restauro e di ammodernamento del museo e, fin dal suo insediamento in diocesi, ha promosso e favorito, di concerto con il Ministero dei Beni Culturali, ulteriori miglioramenti della struttura museale e la suddetta candidatura.
Il 9 ottobre 2015, il Codex Purpureus Rossanensis è stato ufficialmente riconosciuto dall’UNESCO di Parigi Patrimonio Universale dell’Umanità, nella categoria “Memory of the World”.Il 3 luglio del 2016, in concomitanza con il rientro del Codex Purpureus nella sua sede naturale, dopo il lungo restauro, è stato inaugurato il Museo, completamente rinnovato e con un moderno allestimento.
MUSEO ALL'APERTO - PROGETTO PATERNO
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Inaugurato nell’Ottobre del 2014, è un Museo riconosciuto dal Sistema Museale Nazionale (SMN) del Ministero della Cultura (MiC) dal 31 Marzo 2023 e dalla Regione Calabria sin dall’Agosto 2019. Il Museo all’Aperto PROGETTO PATERNO ospita Opere Ambientali, Land Art, Installazioni permanenti e temporanee, BioInstallazioni e, con l’esclusiva per l’Italia, BioArchitetture permanenti e temporanee.
Il Museo all'Aperto PROGETTO detiene un proprio marchio e una posizione codificata nell'albo ISBN degli editori con denominazione EDIZIONI PROGETTO PATERNO.
Nel 2021 sono state implementate la Biblioteca d’Arte “Wanda LABROSCIANO” e l'Archivio d’Arte Contemporanea “Guido Amedeo VITALE DI PONTAGIO” attualmente in fase di catalogazione e per cui si prevede inaugurazione formale nel 2023.
Sempre nell’area rurale si sta realizzando, inoltre, un Teatro all'Aperto inspirato alle strutture e agli impianti teatrali greco-romani (Taormina, Siracusa, Lucera).
Nell’area urbana, invece, la sede espositiva principale è sita nell’antichissima località PORTAPIANA di Cosenza, al piano terra di un immobile antichissimo e già presente, nella sua forma originaria, durante la visita, avvenuta nel 1535, di Re Carlo V alla città bruzia. Tale manufatto è tuttora, come nella mappa disegnata quasi cinquecento anni orsono in occasione della visita dell’Asburgo, l’ultimo immobile civile dell’urbe cosentina prima di giungere al Castello Svevo-Normanno.
Il Museo, infine, custodisce, dal Marzo 2022, un bene censito presso il Catalogo generale dei Beni Culturali del Ministero della Cultura con scheda consultabile online (https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1800110357) risalente al 1500, come traccia storica, e a circa il 1000-1100 come struttura originaria.
Per l'intera area museale all'aperto, ovvero per tutte le opere, i percorsi e i servizi è stata effettuata la rimozione di ogni barriera fisica e architettonica ed è, pertanto, garantita la piena fruizione.
MUSEO COSENTIA ITINERA
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Consentia Itinera è l’offerta permanente dell’omonimo museo, articolata su 7 sale, che racconta Cosenza e la sua storia, mettendone in risalto il patrimonio artistico, il mito, gli eventi e l’identità.
Un vero e proprio tour di 45 minuti, alla ricerca delle origini, incentrato su uno storytelling avvincente ed affascinante, supportato dall’uso di tecnologie digitali, in grado di trasformare una semplice visita in un vero e proprio film. Il tutto completato da un volo virtuale sulla città contemporanea, condotto tramite visori VR, alla scoperta degli angoli più belli di Cosenza.Un percorso nel quale apprendimento e intrattenimento si intersecano attraverso proiezioni immersive, animazioni e suggestioni sonore, che coinvolgono lo spettatore, rendendolo parte attiva delle proprie scoperte.
POLO MUSEALE SORIANO CALABRO
Cultura - Catanzaro, 13/11/2023
Disteso su un pendio del versante tirrenico delle Serre, Soriano è una piccola realtà urbana nella Provincia di Vibo Valentia. Il borgo, che ha avuto un ruolo importante nella storia religiosa ed economica del vibonese, mantiene vive le tradizioni artigiane della ceramica, della trasformazione dolciaria e della lavorazione del legno ricavato dai boschi circostanti: celebri sono infatti i “seggiari” di Soriano, che creano sedie impagliate con schienali intagliati. Il piccolo paese fu fondato da monaci basiliani e dal XV alla fine del XVIII secolo fu un importante centro di studi di cultura grazie alla presenza di un grande e potente convento domenicano. Nel 1510 i Domenicani eressero in questo luogo un grandioso convento, che fu un polo di arte e cultura e divenne uno dei più ricchi e famosi di quest’ordine in tutta Europa. Celebre per aver ospitato nel 1535 Carlo V di ritorno da Tunisi e Tommaso Campanella, l’importante complesso religioso accrebbe in fama e ricchezza per la presenza di un’immagine considerata miracolosa: l’effige di San Domenico di Guzmàn ritenuta acheropita, che la tradizione vuole consegnata a un monaco dalla Vergine e delle sante Caterina d’Alessandria e Maria Maddalena. La potenza economica del centro religioso si affermò nel XVII secolo, grazie soprattutto alla protezione accordata dalla Corona di Spagna che vantava una lontana parentela con la casa Guzmàn, ma dovette fare i conti con la violenza dei terremoti del 1659 che distrusse l’antico convento e la chiesa e del 1783 che causò la completa distruzione ed il suo definitivo abbandono. Negli anni Trenta dell’Ottocento, fu costruita la nuova chiesa meglio conosciuta come S. Domenico Nuovo progettata da architetti e decorata da stuccatori calabresi. Il complesso conventuale del San Domenico rientra quindi a pieno titolo nella casistica degli abbandoni e delle rinascite dei luoghi rituali. Infatti i monumenti, i ruderi dei chiostri e della chiesa, abbandonati e caduti in disuso per via dell’evento sismico del 1783, rivivono soprattutto durante il periodo pasquale o la festa di San Martino patrono del paese, feste che costituiscono dei momenti fondamentali in cui tutta la comunità si riconosce e si rinsalda attraverso le pratiche religiose, che non a caso si svolgono tra le rovine imponenti e suggestive della chiesa antica. Prendendo spunto dalla storia, del convento e del paese, caratterizzata dalle distruzioni, dagli abbandoni e dalle ripetute ricostruzioni, che pertanto diventa un luogo simbolico di queste vicende umane, è stato creato il Polo Museale di Soriano.