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Microzonazione Sismica

Gli eventi sismici che hanno colpito San Giuliano di Puglia nel 2002, l’Abruzzo nel 2009, l’Emilia Romagna nel 2012, il Centro Italia nel 2016, l’isola di Ischia nel 2017 e la zona etnea nel 2018 hanno mostrato come il territorio italiano sia un territorio, dal punto di vista geologico-strutturale, particolarmente dinamico ed in continua evoluzione, che accumula energia e la rilascia sotto forma di onde sismiche, ossia di terremoti. Rafforzare, pertanto, il quadro delle conoscenze di un territorio ed i suoi diversificati processi evolutivi riveste un ruolo fondamentale nella complessa e necessaria opera di prevenzione e di mitigazione dei rischi naturali, ed in modo particolare del rischio sismico.
Gli studi di Microzonazione Sismica (MS) permettono di fornire una base conoscitiva della pericolosità sismica locale delle diverse zone di un determinato territorio, valutando in forma qualitativa e/o quantitativa le modificazioni apportate allo scuotimento del suolo dalle condizioni geologico-tecniche e geomorfologiche locali. Nello specifico, la MS individua e caratterizzata zone stabili, dove non si prevedono amplificazioni locali del moto sismico, zone stabili suscettibili di amplificazione locale, dove il moto sismico viene modificato a causa di particolari condizioni e caratteristiche litostratigrafiche e/o geomorfologiche del territorio, e zone suscettibili di instabilità, ovvero zone suscettibili di innescare fenomeni di deformazione permanente del territorio indotti o generati dal terremoto (frane, fagliazioni superficiali, fenomeni di liquefazione e di densificazione dei terreni). La MS svolge un ruolo fondamentale per la pianificazione territoriale, consentendo di stabilire gerarchie di pericolosità utili al governo del territorio, alla programmazione e progettazione di interventi di riduzione del rischio sismico, alla pianificazione dell’emergenza nonché alla ricostruzione post-sisma.
Gli studi di MS vengono accompagnati da un’analisi definita “Condizione Limite per l’Emergenza dell’insediamento urbano- CLE”, ovvero quella condizione al cui superamento, a seguito del manifestarsi dell’evento sismico, pur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre all’interruzione delle quasi totalità delle funzioni urbane presenti, compresa la residenza, l’insediamento urbano, conserva comunque, nel suo complesso, l’operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l’emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale.
Gli studi di MS e CLE rientrano tra le attività del “Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico”, art.11 del D.L. n. 39/2009, “Legge Abruzzo” (convertito in legge n. 77/2009), avviato dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009.
La Regione Calabria, in ottemperanza all’articolo 11 della legge n. 77/2009, sta attuando quanto previsto dalle ordinanze OPCM n. 3907/2010, OPCM n. 4007/2012,OCDPC n. 52/2013,OCDPC n. 171/2014, OCDPC n. 293/2015, OCDPC n. 344/2016, OCDPC n. 532/2018OCDPC n. 675/2020, OCDPC n. 780/2021 e OCDPC 978/2023.
Al fine di supportare e monitorare gli studi di MS e CLE è stata istituita con DPCM del 21/04/2011 una Commissione Tecnica interistituzionale (art. 5, commi 7 e 8, dell’OPCM 3907/2010) che ha anche il compito di verificare la conformità degli studi di MS e dell’analisi della CLE e di svolgere le procedure di validazione degli stessi.
In Calabria gli studi di MS e CLE vengono approvati definitivamente dai Comuni interessati tramite Delibera di Consiglio Comunale e recepiti negli strumenti di pianificazione esistenti e in corso di redazione (es: Piano Strutturale Comunale, Piano di Emergenza di Protezione Civile, etc.).
Gli studi di MS dovranno essere utilizzati come riferimento, per tutti i Comuni della Regione Calabria, in ottemperanza al Regolamento Regionale n. 1 del 04/01/2021 (D.G.R. n. 20 del 22 dicembre 2020B.U.R. Calabria n. 1 del 4 gennaio 2021) di cui alla Legge Regionale n. 16 del 15 settembre 2020

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