UO 2.1 - Immigrazione.
Immigrazione - Interventi per le comunità Rom - Coordinamento e attuazione interventi sull’immigrazione. L.R. 18/2009 Accoglienza dei richiedenti Asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle Comunità locali.
Su.Pr.Eme. Italia
Il Programma Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate) è finanziato nell’ambito dei fondi AMIF – Emergency Funds (AP2019) della Commissione Europea – DG Migration and Home Affairs.
Il partenariato è guidato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale Immigrazione (Lead partner) coadiuvato dalla Regione Puglia (Coordinating Partner) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l‘Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Nova consorzio nazionale per l’innovazione sociale.
Su.Pr.Eme. si inserisce nell’ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, recentemente approvato in seno allo specifico Tavolo Caporalato promosso dalla Direzione Generale Immigrazione del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale.
Il programma mira a realizzare un Piano Straordinario Integrato di interventi finalizzati al contrasto e al superamento di tutte le forme di grave sfruttamento lavorativo e di grave marginalità e vulnerabilità dei lavoratori migranti nei territori che presentano maggiori criticità nelle cinque Regioni del Sud oggetto dell’azione.
Le attività progettuali sono mirate al perseguimento di obiettivi specifici nelle seguenti aree di intervento:
Accoglienza
Migliorare le condizioni abitative, contribuendo a superare il sistema degli insediamenti informali e dei ghetti, nelle aree agricole e ad alta intensità di popolazione straniera stagionale, anche attraverso percorsi individuali e collettivi di autonomia.
Lavoro
Favorire il superamento delle condizioni di illegalità, attraverso azioni di prevenzione, vigilanza, controllo ed emersione delle situazioni di grave sfruttamento lavorativo in agricoltura, ma anche attraverso la sperimentazione di progetti pilota di agricoltura sociale.
Servizi
Rafforzare i servizi sanitari dedicati ai lavoratori migranti, estendere il sistema informativo sull’accesso ai servizi territoriali e offrire soluzioni di trasporto e di mobilità per accrescere l’autonomia dei lavoratori e contrastare il ruolo degli intermediari.
Integrazione
Promuovere processi sostenibili di integrazione sociale ed economica e di partecipazione attiva alla vita sociale delle comunità degli stranieri presenti nelle aree interessate dal progetto, in collaborazione con la società civile e con gli altri attori del territorio.
Governance
Sostenere l’innovazione della governance regionale e interregionale per favorire modelli efficaci di intervento della Pubblica Amministrazione, adeguati alla gestione della complessità sociale del fenomeno.
I territori principalmente coinvolti nelle azioni progettuali sono Manfredonia, San Severo, Cerignola e area di Nardò in Puglia; Corigliano-Rossano, Cassano allo Ionio, Taurianova, Piane di Gioia Tauro e di Sibari, Area costiera del Crotonese, del Marchesato in Calabria; Ragusa, Vittoria, Marina di Agate in Sicilia; Vulture-Melfese e alto Bradano, Piana di Metaponto, Val d’Agri, Senisese e Lagonegrese in provincia di Matera e Potenza in Basilicata; Piana del Sele, Eboli, Castel Volturno, Mondragone in provincia di Caserta in Campania.
Alcuni numeri
Il progetto è rivolto ad una platea tra i 18 e i 21mila lavoratori stagionali migranti impiegati nel settore agricolo nelle 5 Regioni coinvolte. I principali risultati attesi comprendono il recupero di beni immobili demaniali da adibire a foresterie al fine di offrire ai lavoratori dignitose condizioni abitative e percorsi di autonomia; l’istituzione di poli sociali per l’orientamento sull’accesso ai servizi territoriali; il rafforzamento delle attività ispettive per l’emersione e la regolarizzazione del lavoro nero; l’offerta di servizi sanitari dedicati e di trasporto e mobilità per raggiungere i luoghi di lavoro, l’attivazione di 10 progetti pilota di agricoltura sociale finalizzati all’autonomia lavorativa e abitativa dei lavoratori migranti; attività di integrazione dei beneficiari nella comunità locale attraverso il coinvolgimento attivo della società civile; il rafforzamento e l’innovazione della governance delle iniziative finalizzate a contrastare il caporalato a livello regionale e interregionale.
UO 2.2 - Nuove marginalità e inclusione sociale.
UO 2.3 - Centro Antidiscriminazione
In ottemperanza alle disposizioni normative in materia di discriminazione dettate dal Legislatore, l’Amministrazione Regionale intende rinnovare gli impegni precedentemente assunti attraverso appositi Protocolli di Intesa sottoscritti con l'UNAR e procedere alla ridefinizione strutturale della Rete territoriale sulla scorta delle Linee Guida adottate dal livello centrale.
La Regione Calabria prevede di attivare rapporti di collaborazione permanente con l’UNAR al fine di rilevare, combattere e prevenire ogni forma di discriminazione, anche attraverso la promozione di azioni finalizzate ad ostacolare il generarsi o il perdurare di comportamenti e atteggiamenti discriminatori che incidano sul patrimonio culturale e valoriale di ogni cittadino.
UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali
L’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, brevemente denominato UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - è l’ufficio deputato dallo Stato italiano a garantire il diritto alla parità di trattamento di tutte le persone, indipendentemente dalla origine etnica o razziale, dalla loro età, dal loro credo religioso, dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere o dal fatto di essere persone con disabilità. L’Ufficio è stato istituito nel 2003 (d.lgs. n. 215/2003) in seguito a una direttiva comunitaria (n. 2000/43/CE), che impone a ciascun Stato Membro di attivare un organismo appositamente dedicato a contrastare le forme di discriminazione. In particolare, UNAR si occupa di monitorare cause e fenomeni connessi ad ogni tipo di discriminazione, studiare possibili soluzioni, promuovere una cultura del rispetto dei diritti umani e delle pari opportunità e di fornire assistenza concreta alle vittime.
Linee guida per la presa in carico dei casi di discriminazioni
Le Linee guida per la presa in carico dei casi di discriminazioni sono state redatte e recepite secondo quanto stabilito a livello nazionale dall’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, brevemente denominato UNAR, nonché da quanto stabilito dalla precedente deliberazione regionale n. 376/2013.
In considerazione della platea dei soggetti pubblici e privati tesi a garantire la vasta gamma dei diritti civili e sociali esistenti in materia di discriminazione e parità di trattamento, oltre che delle Associazioni e degli Enti regionali iscritti al Registro UNAR, la Regione Calabria, previa approvazione dei provvedimenti attuativi, ritiene opportuno la condivisione e la consultazione preventiva delle argomentazioni ivi in esame con gli stakeholders presenti sul territorio regionale, attesa la natura trasversale e peculiare dei contenuti che trattasi.
Si prega pertanto voler comunicare eventuali approfondimenti utili all’approvazione delle stesse entro 15 gg dalla data di pubblicazione delle predette al seguente indirizzo di posta elettronica:
Pec: [email protected]
UO 2.5 - Famiglia e Servizi Educativi
Le Pari Opportunità sono un principio giuridicamente vincolante che trova piena legittimazione a seguito della sottoscrizione da parte degli Stati membri dell’Unione Europea della cosiddetta Convenzione di Instanbul. Un principio generale per cui è vietato discriminare in base a determinate caratteristiche dell’individuo, che, a seguito della modifica dell’art. 13 del Trattato di Amsterdam, sono il genere, la razza o l'origine etnica, la religione le credenze, l’handicap, l'età o l'orientamento sessuale. Trova applicazione in tutti i campi, soprattutto in quello della vita economica, sociale, culturale e familiare. Principio che, accanto a quello di parità di trattamento, è finalizzato all'uguaglianza sostanziale tra uomo e donna nel lavoro e in generale nell'esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in piena attuazione dell'art. 3 della Costituzione. Il principio può trovare applicazione grazie a strumenti di legge e azioni positive atti a evitare qualsiasi forma di discriminazione sostanziale nei confronti di un soggetto o di una pluralità di soggetti.
GLI ORGANISMI
Istituzione del Dipartimento per le Pari Opportunità
Nel 1996 viene istituito l'Ufficio del Ministro per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il 12 luglio 1997, con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, vengono fissate le funzioni del Ministro. Il Dipartimento per le pari opportunità viene istituito con il D.P.C.M. n. 405 del 28 ottobre 1997, modificato con il D.M. del 30 novembre 2000, il D.M. del 30 settembre 2004, D.P.C.M del primo marzo 2011 e D.M. del 4 dicembre 2012.
Commissione Regionale per le Pari Opportunità (Legge Regionale 26 gennaio 1987, n. 4 Istituzione della commissione per l’uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità fra uomo e donna). Organismo autonomo di tutela e garanzia istituito presso il Consiglio regionale che determina l'attuazione dell'uguaglianza tra i generi e rimuove gli ostacoli che costituiscono per le donne fattori di discriminazione diretta e indiretta; favorisce il raccordo tra la realtà e le esperienze femminili della regione e le donne elette nelle istituzioni. Ha funzioni consultive e di proposta nei confronti degli organi della Regione, funzioni di controllo e monitoraggio sulle politiche regionali per l'applicazione dei principi di non discriminazione e di pari opportunità fra donne e uomini, funzioni di verifica sull'applicazione dell'art. 117, comma settimo, della Costituzione.
Consigliera Regionale di Parità istituita con la legge 863/84, le cui funzioni sono state ulteriormente definite dalla legge 125/91 e dal d.lgs. 196/00, nonché riviste per effetto del Codice delle pari opportunità - promuove e controlla l'attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e non discriminazione tra uomini e donne, nel lavoro. La figura della Consigliera è istituita a livello nazionale, presso il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e a livello regionale e provinciale rispettivamente presso le Regioni e le Province. Nell'esercizio delle proprie funzioni la Consigliera di Parità è un pubblico ufficiale e la peculiarità della figura consiste in una doppia funzione istituzionale: di vigilanza contro le discriminazioni di genere e di promozione di parità e pari opportunità. Nel 2016, presso la Sala Giuditta Levato del Consiglio regionale della Calabria, il Presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, ai sensi dell'art. 7 della legge n. 4/87 ha insediato la Commissione regionale per l'uguaglianza dei diritti e le pari opportunità fra uomo e donna, nominata con decreto presidenziale n. 16 del 14 ottobre 2016.
Normativa Nazionale
Legge 15 febbraio 1996, n. 66 "Norme contro la violenza sessuale" (cp artt.609bis-octies);
Direttiva Presidente del Consiglio "Azioni volte a promuovere l'attribuzione di poteri e responsabilità alle donne, a riconoscere e garantire libertà di scelte e qualità sociale a donne e uomini", G.U. 21 maggio 1997;
Legge 3 agosto 1998, n. 269 "Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori quali nuove forme di riduzione in schiavitù";
Legge 5 aprile 2001, n. 154 "Misure contro la violenza nelle relazioni familiari";
Legge 9 gennaio 2006, n. 7, “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”, del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 “Testo unico in materia di spese di giustizia”;
Codice penale: art. 583-bis (Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili);
Legge 23 aprile 2009, n. 38, Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori;
Legge 27 giugno 2013, n. 77, Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l’11 maggio 2011
La c.d. legge sul femminicidio (d.l. 14 agosto 2013, n. 93, convertito in Legge 15 ottobre 2013, n. 119, in materia di contrasto alla violenza di genere);
Art. 14, comma 6, della Legge 7 agosto 2015, n. 124 che inserisce il comma 1-ter dopo il comma 1-bis dell’articolo 30 del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165;
Art. 1, comma 16, della Legge 13 luglio 2015, n. 107 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”;
Art. 24, del D. lgs. 15 giugno 2015, n. 80 “Congedo per le donne vittime di violenza di genere”;
D. Lgs. 15 dicembre 2015, n. 212;
DDL 2719, “Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici”;
Normativa Regionale
Legge Regionale 26 gennaio 1987, n. 4 "Istituzione della commissione per l'uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità fra uomo e donna";
Legge Regionale 19 aprile 1995, n. 22 “Istituzione Progetto Donna”;
Legge Regionale n. 13 del 29/07/2003, modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 4 del 26/01/1987;
Legge Regionale n. 20 del 21/08/2007 recante “Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà";
Legge Regionale n. 38 del 23/11/2016 "Istituzione dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere";
D.G.R. n. 359/2016 e s.m.i. con la quale è stato istituito il “Tavolo di Lavoro regionale per la prevenzione ed il contrasto alla violenza sulle donne, ex Legge n.119/2013 e Legge regionale n. 20/2007, avente funzioni consultive e di programmazione;
D.D.G. n. 3690 del 05/04/2017 “Interventi in materia di contrasto alla violenza sulle donne art.14, c.1, DPCM 27/11/2014 – art. 5bis, c.6, L.119/2013 – L.R.20/2007”.
Carousel fondi
UO 2.6 - Terzo Settore
ALBO REGIONALE DELLE COOPERATIVE SOCIALI E DEI LORO CONSORZI CHE HANNO SEDE LEGALE NEL TERRITORIO DELLA REGIONE CALABRIA.
La Regione Calabria riconosce la cooperazione sociale quale forma di autogestione e partecipazione diretta dei cittadini ai processi solidaristici di sviluppo economico e di crescita del patrimonio sociale delle comunità locali regionali, di emancipazione e di sostegno alle fasce deboli della popolazione, di costruzione di reti civiche e di progetti e interventi volti a realizzare il buon governo e la crescita del territorio. La Regione Calabria, riconoscendone il rilevante valore e la finalità pubblica, attribuisce alla cooperazione sociale un ruolo di partner privilegiato degli Enti pubblici nel perseguimento della promozione umana e di un'adeguata integrazione socio-lavorativa degli individui.
A tal fine, con riferimento alla legge 8 novembre 1991 n. 381 "Disciplina delle cooperative sociali", alla legge 8 novembre 2000 n. 328 e alle altre normative nazionali e regionali in materia, la legge regionale n. 28 del 17 agosto 2009 istituisce, all’art. 6, l'albo regionale delle cooperative sociali e dei loro consorzi che hanno sede legale nel territorio della Regione Calabria.
L’“Albo regionale delle cooperative sociali” si compone dell'aggregazione degli albi territoriali regionali così come pervenuti dalle sezioni di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Sezioni Territoriali:
Sezione territoriale di Catanzaro
Sezione territoriale di Vibo Valentia
Referente Settore: Silvana Lo Giacco
E-mail: [email protected]
Tel: 0961 855981
Sezione territoriale di Crotone
Referente Settore: Angela Madarena
E-mail: [email protected]
Tel: 0961 855853
Città Metropolitana di Reggio Calabria – Settore Politiche Sociali
Referente Città Metropolitana di Reggio Calabria: Stefano Maria Catalano
E-mail: [email protected]
Tel: 0965 365811 (int. 232)
Si chiarisce che per la procedura di iscrizione e/o rinnovo all'Albo delle Cooperative Sociali - sezione di Reggio Calabria - le competenze e le funzioni sono rimaste in capo alla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Per le informazioni e la modulistica finalizzate alla gestione delle funzioni derivanti dalle competenze in materia del predetto Ente si rimanda alle disposizioni e ai format disponibili sul portale istituzionale della Città Metropolitana.
UO 2.7 - Volontariato e Servizio Civile
SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE
(Decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40 “Istituzione e disciplina del servizio civile universale, a norma dell'articolo 8 della legge 6 giugno 2016, n. 106)
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE GIOVANILI E IL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE
Cos'è il Servizio Civile
Il Servizio Civile Universale è stato istituito con il Decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, in riforma del servizio civile nazionale istituito con L.64/2001, ed è finalizzato, ai sensi degli articoli 52 ed 11 della Costituzione, alla difesa non armata e non violenta della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli, nonché alla promozione dei valori fondativi della Repubblica. Il Servizio Civile è finalizzato anche a favorire la realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà, partecipazione, inclusione e utilità sociale nei servizi resi a vantaggio di enti pubblici e privati da parte dei giovani che hanno compiuto il diciottesimo anno di età e non hanno superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni). Un'occasione di crescita civica e sociale oltre che di formazione professionale pensata per le nuove generazioni come esperienza umana di solidarietà e di cittadinanza attiva..
Quanto dura il servizio?
Il servizio può avere la durata di tra 8 e 12 mesi.
Quali sono i settori di attività?
Le aree di intervento nelle quali è possibile prestare il Servizio Civile Universale sono riconducibili ai settori:
• Assistenza;
• Protezione civile;
• Patrimonio ambientale e riqualificazione urbana;
• Patrimonio storico, artistico e culturale;
• Educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale, e dello sport;
• Agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità;
• Estero: promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità italiane all’estero.
Opportunità per gli Enti
L’albo unico, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è tenuto dal Dipartimento che provvede all’iscrizione degli enti e al relativo aggiornamento. All’albo possono iscriversi le Amministrazioni pubbliche e, previo accertamento del rispetto della normativa antimafia di cui al d. lgs. n. 159 del 2011, gli enti privati, in possesso dei requisiti previsti dall’art. 3 della L. 6 marzo 2001, n. 64 e dall’art. 11, commi 3 e 4, del d. lgs. n. 40 del 2017, che specifica i livelli minimi della capacità organizzativa.
Ciascun soggetto può iscriversi singolarmente o quale ente capofila di altri soggetti (enti di accoglienza), legati ad esso da rapporti associativi, consortili, federativi o canonico pastorali, oppure da un apposito “Contratto”, secondo le modalità indicate nel successivo paragrafo 6.
L’albo unico è composto da:
a) una sezione nazionale, alla quale sono iscritti: le amministrazioni centrali dello Stato; le altre amministrazioni pubbliche, gli enti e le organizzazioni privati, con una articolazione organizzativa minima di 100 sedi di attuazione - ivi incluse eventuali sedi all’estero e sedi di enti di accoglienza - che operano in almeno due regioni;
b) sezioni regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano, alla quale sono iscritti: le amministrazioni pubbliche periferiche, gli enti e le organizzazioni privati una articolazione organizzativa minima di 30 sedi di attuazione - ivi incluse eventuali sedi all’estero e sedi di enti di accoglienza che operano esclusivamente nel territorio di un’unica regione o provincia autonoma.
Gli enti indicano uno o più settori di intervento, di cui all’art. 3 del d. lgs. n. 40 del 2017, in relazione ai quali chiedono l’iscrizione all’albo.
Ai soli enti iscritti all’albo è consentita la presentazione dei programmi d’intervento di servizio civile universale, nell’ambito dei settori prescelti.
Il Servizio Civile Universale consente agli enti accreditati di avvalersi di personale giovane e motivato che, stimolato dalla possibilità di vivere un'esperienza qualificante, assicura un servizio continuativo ed efficace.
Modalità di partecipazione
Gli aspiranti operatori volontari dovranno produrre domanda di partecipazione, indirizzata direttamente all’ente titolare del progetto prescelto, esclusivamente attraverso la piattaforma DOL raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo
https://domandaonline.serviziocivile.it
Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione domanda sulla piattaforma DOL occorre che il candidato sia riconosciuto dal sistema. I cittadini italiani residenti in Italia o all’estero possono accedervi esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale
www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid
sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede. Per la Domanda On-Line di Servizio civile occorrono credenziali SPID di livello di sicurezza 2. I cittadini di Paesi appartenenti all’Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, se non avessero la disponibilità di acquisire lo SPID, potranno accedere ai servizi della piattaforma DOL attraverso apposite credenziali da richiedere al Dipartimento, secondo una procedura disponibile sulla home page della piattaforma stessa.
È possibile, comunque, presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto ed un’unica sede, da scegliere tra i progetti elencati negli allegati al bando e riportati nella piattaforma DOL.
Le fasi:
• il bando per i progetti
• la presentazione dei progetti
• la valutazione e graduatoria
• l’approvazione dei progetti finanziabili
• il bando per la selezione dei volontari
UFFICIO REGIONALE SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE
Sede: Viale Europa, snc, 88100 - Catanzaro
Pec: [email protected]